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UNA STORIA DI AMICIZIA COL SANTUARIO
 

 


GÉRARD ALTUZARRA

 

È un grosso qui pro quo che ha dato origine alla mia amicizia con Pistoia e gli “Amici di Lourdes”. Un giorno di luglio del 1990, pochi mesi dopo la mia entrata in funzione in qualità di Direttore del personale del Santuario di Nostra Signora di Lourdes, ricevetti una telefonata dall'Italia. La cosa si rivelò alquanto complicata, dato che chi era dall'altro capo del filo non parlava il francese meglio di quanto io parlassi l'italiano. Dopo laboriose spiegazioni, finii col capire che voleva offrire delle piante al Santuario, chiedendomi quali fossero le nostre necessità.

Generosità evangelica
Dopo aver fatto il punto della situazione con 5 o 6 dipendenti che lavoravano nel settore, inviai un fax con una lista, che giudicavo già eccessiva, dove venivano elencati prugni, azalee, rosai, pittospori, e altro, scusandomi della dismisura della richiesta e ringraziando in anticipo del poco che sarebbero riusciti a darci.
La risposta telefonica del mio interlocutore italiano fu immediata. Mi spiegava che con la lista ricevuta avrebbero riempito solo un angolino del camion di 20 tonnellate noleggiato per questa operazione. E il camion sarebbe partito da lì a poco. Restai di stucco: per la prima volta nella mia vita mi trovavo davanti ad un'offerta che nella sua generosità aveva qualcosa di evangelico. Anche la seconda lista che mi affrettai e redigere e inviare, e che mi sembrava davvero esagerata, non era sufficiente a riempire il camion che fu quindi completato con diversi alberi, tra i quali un bellissimo olivo che ancora oggi è possibile ammirare vicino alla piccola entrata per pedoni della “Route de Pau”, dove si è perfettamente adeguato ad un clima certamente non ideale per la sua specie. Dopo questa esperienza, avendo anche la necessità di ascoltare molto spesso i numerosi amici italiani, decisi di imparare la lingua di Dante, per non morire idiota ed evitare in avvenire simili equivoci.

 

In pieno inverno un ponte spirituale tra Pistoia e Lourdes
Quando è inverno avanzato e il viavai dell'estate è svanito, il Santuario assume l'apparenza di un grosso paese dei Pirenei. È il tempo del riposo: i pellegrini sono poco numerosi e gli orari di lavoro diventano più regolari. È in questo periodo che sbarca nella casa dei cappellani una truppa gioiosa e discreta di pistoiesi che vengono a fare un ritiro spirituale. È una deroga bell'e buona, assolutamente contraria agli usi e costumi vigenti. L'ultimo giorno di questo ritiro, i cuochi della casa si riposano.
Mettendo fuori la loro arma segreta, questi pellegrini speciali e previdenti preparano per i Cappellani con prodotti portati dall'Italia un pranzo luculliano da giorni di festa. Gli odori inusuali dell'olio d'oliva toscano, del prosciutto regionale, della pasta di grano duro e delle bistecche fiorentine riempiono la casa, e questo pasto, innaffiato da un Chianti D.O.C., contribuisce a sigillare tra pellegrini e cappellani un'amicizia calorosa, che si rivela negli sguardi. Termina così in modo degno un ritiro riuscito, un momento magico che ognuno ha vissuto e che conserverà nel suo cuore.

 

 

Il contributo alla costruzione dell'ospedale “Notre Dame”
La costruzione del nuovo ospedale “Notre Dame” è stata possibile grazie alla generosità dei pellegrini di Lourdes. E gli “Amici di Lourdes” vi hanno contribuito al di là di ogni norma e regola. Fu così che, nel 1996, mi recai a Pistoia, insieme a p. Nino Bucca, per spiegare nei particolari il progetto nel corso di una conferenza organizzata da Luciano. I fondi raccolti hanno copiosamente contribuito alla realizzazione di questo progetto della carità.
Come se non bastasse, ci fu una vera e propria mobilitazione dei vivaisti di Pistoia. La collina sulla quale è costruito l'ospedale era nuda, pendente e sassosa. Rimboschire una tale superficie richiedeva una conoscenza che non molti hanno. La preoccupazione scomparve quando un gruppo di professionisti di Pistoia ci propose a condizioni economiche così vantaggiose da apparire incredibili di incaricarsi dell'esterno dell'ospedale, partecipando all'elaborazione di un progetto floreale, fornendo le piante richieste dall'architetto e assicurando con uomini competenti la piantagione di alberi e piante che oggi ornano il luogo. Il risultato è magnifico.
Lourdes è terra di preghiera, di volontariato, di generosità. A volte si rischia di farci l'abitudine e noi responsabili del progetto non abbiamo sicuramente saputo ringraziare proporzionatamente all'impegno allora profuso da tutte queste buone volontà. Ma quanto fatto sotto lo sguardo affettuoso di Nostra Signora di Lourdes, soprattutto gratuitamente, non va perduto. Sono sicuro che lei è presente nell'agire infaticabile e pieno di immaginazione di Luciano, che ha saputo fare degli “Amici di Lourdes” un'associazione davvero speciale.

 

 

 

 

 

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