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IL MIO ANDARE VERSO MASSABIELLE
 

 

UGO FANTI

Il mio percorso per arrivare a Lourdes non è stato facile. Anzi. Tutto comincia nel 1992 quando Cristina, mia moglie, si convince ad andare in pellegrinaggio, accompagnando mia madre, che – allora ottantenne – riesce ad esaudire un suo vecchio desiderio. Io non vado. Il mio scetticismo su questi luoghi, meta di milioni di pellegrini, ha la meglio su tutte le parole usate per convincermi. La partenza, il ritorno: “Tutto bene. Ma guarda! Ma sapessi!”. Tutto finisce lì. Anche Cristina l’anno dopo non torna a Lourdes.
Nel 1994, però, riparte sempre in occasione dell’11 di febbraio, anniversario della prima apparizione. Io resto di nuovo a casa, e questo si ripete per i successivi quattro pellegrinaggi di mia moglie che al ritorno, ogni volta, mi spiega accuratamente il perché anch’io sarei dovuto andare a Massabielle (la “vecchia roccia”). Al di là di mille parole, lei ritorna sempre trasformata e negli occhi le si legge una pace e una forza ogni volta nuove. Questo mi incuriosisce.
Finalmente nel 1998 con l’Associazione degli Amici di Lourdes mi sono messo in cammino anch’io per Lourdes, mettendo in valigia tanta curiosità, ma anche tanta disposizione all’ascolto e all’accoglienza dei miei compagni di viaggio.
Non sarò io a scrivere la storia dei 50 anni dell’Associazione Amici di Lourdes, che nel 2006 taglia questo bellissimo traguardo, ma sono grato a questo anniversario per raccontare, a tutti quelli che avranno voglia di leggermi, del mio “innamoramento” fulminante per la signora di Massabielle.
In quel mio primo pellegrinaggio arrivammo a Lourdes di sera. La cittadina era ancora deserta. Non mi fece una buona impressione, perché ciò che mi saltò subito all’occhio furono le centinaia di bazar di souvenir che scorrevano dal finestrino del pullman, e gli alberghi: tanti, enormi.


Insomma, mi dissi, questo luogo è come lo immaginavo, una macchina da “ pellegrini”. Subito la cena, erano ormai le 20 passate, poi l’assegnazione delle camere, e - sorpresa! - Cristina che lascia i bagagli da disfare per correre alla Grotta. L’ingresso al Santuario, l’attraversamento della spianata con la basilica del Rosario e quella scalinata che dà l’impressione di un abbraccio alla folla che si raduna lì sotto; il rumore del fiume Gave, che in quella sera praticamente deserta era il sottofondo al mio arrivo, richiamando l’acqua, l’altro elemento pregnante di Massabielle: ti aspetti chissà che cosa intorno a quel luogo dove Maria è apparsa per ben diciotto volte a Bernardette. Trovi invece.... le candele che con la loro luce quasi soffocano la piccola grotta, e, lassù in alto, la bella statua di Maria con il suo rosario in mano. Mi inginocchiai d’istinto sul selciato umido, abbagliato da tanta semplicità e mi ritrovai a recitare il rosario, che in quei giorni conoscevo molto sommariamente!
Avevo “perso” mia moglie, anche lei in ginocchio da qualche parte a pregare.
Non so il tempo che trascorse, ma le ginocchia doloranti mi richiamarono al presente; mi alzai e cominciai a guardarmi attorno e a vedere, anche con gli occhi, ciò che avevo visto soltanto col cuore.
Da quel giorno non sono più mancato, ma non per mia volontà - sono parole di Luciano - ma perché è Maria che “vuole” che torni. E ci torno ogni anno con Cristina.
Ed ogni anno ringrazio Maria di chiamarmi a Massabielle a riflettere sulla mia esistenza di cristiano, a pregare con tanti amici e a condividere quella strada con milioni di pellegrini che “ miracolati “ come me, arrivano a questa Grotta dove Maria ha confidato alla piccola Bernadette un messaggio per tutti noi suoi figli. Sono giorni veramente di pace per il mio spirito e di carica interiore, e ogni volta, sono sicuro, Maria mi rimanda a casa con una nuova missione.
Desidero approfittare di questa ricorrenza per ringraziare tutti insieme e uno per uno gli “Amici di Lourdes”. Ringrazio Cristina per la sua perseveranza nel convincermi ad andare. Credo, però, che nessuno si sentirà tradito se riservo un grazie particolare, loro lo sanno, a due “Amici” adulti e una piccola piccola, che tengo nel mio cuore e nelle mie preghiere.

 

 

 

 

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